SE MI TOCCHI TI SPARO.
La giustizia te la fai a come viene.
ho visto un video di un ragazzo.
che su uno stradone - che poteva essere tanto na statale rumena quanto l'asse mediano - impennava per due minuti e mezzo.
due minuti e mezzo.
su uno scooterone massiccio, co sto passeggero dietro che si teneva cinturato tramite le braccia, al girovita del suddetto centauro.
attorno a lui, altri tre-quattro soggetti in scooter, come se fossero i cavalieri dell'apocalisse - la ripresa amatoriale era proprio la soggettiva di uno di essi.
ero ipnotizzato, so stato due minuti e mezzo co un sentimento misto tra ammirazione ma soprattutto voglia che si arricettasse - e la speranza che nella caduta si arruciuliassero tutti gli altri appresso a lui in una catena di tamponamenti, incidenti, capriole, disastri.
non mi entrava niente in tasca da quella caduta, chissà perché faccio così schifo a gratis.
in sottofondo ascoltavo il sestetto in fa maggiore per fortepiano, arpa, violino, viola, violoncello e puttanemammt, di domenico cimarosa.
la vita è un'opera buffa, la quotidianità spericolata della servitù, degli umili, della gente comune, degli schiavi, i colpi di testa, gli inciuci, le frivolezze, le avventure comiche, i bucchini dietro agli scogli del granatello.
nell'opera buffa i protagonisti iniziarono a parlare la lingua del pubblico, che poteva finalmente decifrarne la trama ed empatizzare coi personaggi.
il teatro per tutti, basta roba in latino e argomenti sacri, 'a ggent vo' capì e vo' parià.
(a meno di trecento anni dall'uscita de la serva padrona di pergolesi, il pulcino pio diventerà la canzone col video più visualizzato in italia su iutubb.)
l'opera buffa.
ti sollazza, ma nasconde disagio e rassegnazione, rivalsa sociale e frustrazione, istinti animaleschi e falsi saggi.
le macchiette e le puttane, il tribunale delle capere e la saggezza dei bizzuochi.
qualcuno che sembra buono, e qualcun altro che fa il cattivo, e la cosa bella è che lo decidi tu.
i soldi, mi servono.
servono sempre, i soldi.
mo vac a fa' na rapina.
mi servono i soldi.
per mangiare, la pigione, la luce, il gas.
devo apparare la mia famiglia, mio figlio senza aifon non esiste, almeno per come la pensano i compagni.
e nemmanco io esisto, se non esiste mio figlio.
'o giubbott bestaff, e mia moglie s vo' fà 'e bbagn 'a staggione, e l'estetista, il french.
mi servono, i soldi.
mi porto la pistola.
che cazzo ne so a chi mi trovo di fronte.
che ne so se nel tiretto tiene pure lui un revolvere.
mi porto quella giocattolo, così se m'acchiappano è meglio, c'ho mett pop ncul.
ma però il cappulicchio rosso lo tolgo, così pare vera.
la tarantella è che però se la sua non è giocattolo come la mia, è na maronna di tarantella.
quello, se si impressiona, mi spara.
però quei soldi mi servono.
non trovo fatica, e a dire la verità mi rompo il cazzo di scetarmi la mattina presto.
e comunque, per cinquecento euro al mese mi sfasterio di faticare dieci ore al giorno.
a quindici anni tenevo la capa a perdere, scennev tutt 'e ssere, 'e femm'n, 'e cumpagni, 'a scola, a c serv 'a scola.
pat'm n'è jut 'a scola, e ha campato accussì bbell.
non lo so se è colpa mia, però a quindici anni non mi sembrava giusto che certi figli di certa gente potevano studiare e basta, e io invece dovevo essere per forza più responsabile, dovevo pure faticare, aiutare a mammà.
mo vac a fa' na rapina.
na vota ogni tanto, mica sempre, e mi apparo la mesata.
'a televisione.
gli amici dei miei figli so sicuri che i miei figli devono tenere l'aifon, se no i miei figli non esistono.
e manco io esisto.
io non riesco a spiegargli ai miei figli che esistono pure senza aifon.
li vedo assai, ai miei figli, cioè spesso, ma parliamo di insigne.
ENNESIMA RAPINA NELL'AGRO-NOCERINO-SARNESE-PUTEOLANO-INDIANO. IL MALVIVENTE, PRESUMIBILMENTE DI UN COLORE DIVERSO DAL NOSTRO, NON TENEVA GENIO DI FATICARE E VA A ARRUBBARE DALLA BRAVA GENTE FATICATRICE.
uanm 'e giott.
l'offerta per i carcerati.
la busta per il giglio.
'o marrucchino.
il regalo a quello dell'asl.
la tarsu, 'a bucchina ra mamma - hai visto a quel sindaco, marino, come se li spendeva i soldi nostri.
rint a stu tiretto, solo bollette e cambiali.
e na pistola.
le pistole so belle, cioè so comode, perché se ti sfasterei ti chiavarti a mazzate, basta che muovi un dito e bum.
certo che le pistole hanno riportato un boco di giustizia, finalmente.
quella giustizia che lo stato non garantisce.
dicono che lo stato siamo noi.
quello perciò fa schifo, lo stato.
comunque se mi serve, la caccio, la pistola.
na volta, un sacco di tempo fa, chi chiavava meglio le mazzate, alla fine vinceva.
ma era scomodo.
ma era scomodo.
le pistole invece so belle.
perché anche chi mangia troppo, si può tirare le tarantelle - io non tengo il tempo di andare in palestra, mia moglie mi abboffa di maccaroni.
co la pistola invece puoi dire quello che pensi, nelle tarantelle.
chiunque può dire quello che pensa, basta che tiene na pistola nel tiretto.
riequilibrare la parità nelle dispute, è giustiza.
e quindi, se per esempio nu buonu uaglione non si fira ma tiene ragione, mica si merita di arrefondere.
è importante che anche il bravo uaglione che non si fira, sia dotato di un'arma per cercare di giocarsela alla pari co un malamente.
oh però a me non mi piace la violenza.
ma se tu ti vuoi arrubbare la robba mia, io ti sparo in bocca.
la proprietà privata è un diritto.
io tengo la mia robba, tu tieni la tua robba, e viviamo tutti bene.
cioè forse tu tieni meno di me, ma va' fatica allora.
io so faticatore, me faccio 'e pacche tant ra matina a sera, giesucrist m'adda rà semp 'a forza.
tengo la mia robba, il mio magazzino, nun m'ata cacà ocazz.
ja, ma secondo te mi piace a scetarmi alle cinque e scendere tutte le matine per vendere sta rrobb emmerd cu l'etichetta polacca prodotta in cambogia, massima convenienza, 'e bbuste, 'e bbancali, il muletto, santanna e sanpepp.
e quindi se mi tocchi la mia robba, io ti spar-- saìd, aiz chillu cartone, quanta vote t'aggia ricere na cosa, nè saìd, 'o mannass 'o congo a cav'c.
è il sistema che è così, lo stato fa schifo.
e c'è chi si sfoga co le bollette, chi su tripadvisor, io co la pistola.
COMMERCIANTE AMMAZZA VICINO RICCHIONE PERCHE' SI SENTIVA BRITNEI SPEARS A TUTTO VOLUME, L'ARMA ERA LEGALMENTE DETENUTA. PARE CHE IL VICINO FOSSE AFRICANO E SI TROVASSE A FATICARE SCASUALMENTE DAL COMMERCIANTE.
mo faccio partire il sondaggio sul portale.
se non voglio passare la vita a abbuscarmi tre euro a pezzo, devo n'attimino cavalcare tutte le notizie del giorno, la voglia di vendetta tipica della menopausa, e fomentare il lancio di gavettoni di sciorda dal divano verso la televisione.
vai.
vai col sondaggio.
allora.
SECONDO TE, GENTILE LETTORE, LA COLPA DI CHI E'.
clicca su SI MI VOGLIO METTERE CO TE, se pensi che il commerciante ha un boco esagerato ma è giusto uccidere per difendere quei fogli di carta che li contiamo co n'arraggia tale che allora sono veramente il parametro unico per decidere la vita e la morte, per valutare il fascino, il prestigio, quanto sei bucchinaro e quant'è bello quello che fai - che non ho mai capito come si dice girolomini, girolamini, figurati che me ne fotte della biblioteca, io voglio i denari - e comunque, i mariuoli devono morire tutti quanti e noi siamo meglio di loro, e che se non ce la vediamo noi, lo stato staicazz.
clicca su NO, se pensi che sei un parente del mariuolo ucciso, e che fino ad oggi ti stavano bene le rapine perché così ti accattavi il superfluo, e sei sempre stato consapevole che tra na rapina e faticare erano meglio le rapine, perché nell'incertezza della pena e la certezza delle rotture di cazzo di una fatica, è meglio a fare le rapine.
clicca su NON SO O NON SAPREI, se pensi che nell'opera buffa la gente uccide, la gente arrobba, la gente fa le leggi sbagliate, la gente fa il giornalismo d'accatto, la gente polemizza, la gente diventa cast di un'opera, di un romanzo, di un film, che visto decenni dopo sembrerà tutto normalizzato, roba di un tempo passato, ché l'umanità col tempo cambia, che ti credi, cambia tutto.
che un cumulo di anni fa c'erano gli schiavi ad alzare le piramidi, mica oggi.
che un cumulo di anni fa c'era l'inquisizione, mica oggi.
che un cumulo di anni fa ci si tirava le tarantelle per non aver ceduto la destra o per una ceriata, mica oggi.
che un cumulo di anni fa c'era l'alienazione da catena di montaggio, mica oggi.
che un cumulo di anni fa c'era la guerra, la peste, e la gente si fumava la paglia delle sedie, mica oggi.
oggi si sta bene.
e se caso mai non sto bene, me ne scendo e mi vado a comprare due buste di panni, torno a casa, e mi fotografo allo specchio, e metto gli hashtag felice, happy, shopping, giorgio.
io esisto, sono così, mi vedi.
indosso vestiti che tu non hai, o che tu hai ma a me stanno meglio.
io esisto.
e faccio viaggi meglio dei tuoi, guido una macchina meglio della tua, vado in ristoranti che non ti puoi permettere.
io esisto, e esisto più di te.
soffrimi, invidiami, io vivo meglio di te.
e se tu impenni per due minuti e mezzo sullo scooter, non mi piace.
perché se ti arriuculei, poi ricadi sulla sanità pubblica, e le tue cure le pago co le mie tasse, e che esempio dai ai bambini, chi pensa ai bambini, e tutta na serie di cose per le quali tu non ti devi permettere di impennare.
e quindi non devi impennare, non sta bene.
ma lo dico per te, eh.
non devi impennare.
non ti devi permettere di impennare.
ma no per qualcosa.
ma perché io non so impennare, ciao.
ma perché io non so impennare, ciao.
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