LA MAGLIETTA DOVE DICI CHE SEI UNA BITCH.
E pure tutta na serie di cose sulla pubblicità , il mondo, e i call center.
le grandi aziende sono come i prievti.
l'attività di impresa si basa su un detto.
fa' chell ca dico io, ma nun fa' chell ca facc io.
le grandi aziende riducono i costi e si stanno attente allo sparagno, tagliano sul personale e spremono quelli che faticano.
e contemporaneamente pensano a come far buttare nel cesso al cliente tutti i propri denari, creando tramite la pubblicità dei bisogni indotti che per esempio quando stai depressa na buona soluzione potrebbe essere lo shopping, sisì.
e quindi entri in un megastore co la musica house, senza sapere neppure perché - cioè nella maggior parte dei casi non sai manco se c'è qualcosa in particolare che devi acquistare perché ti serve veramente.
te ne vai passeggiando, senza riflettere che non stai in un bel parco co gli uccellini ma in un magazzino di cartongesso pieno di gruccette co la musica dimmerda a palla.
butti uno sguardo, aspè ma guarda quella maglia com'è cariiiina, ma come ho fatto a campare fino ad ora senza suddetta tshirt co la statua della libertà e la scritta in petto I'M A BITCH FUCK ME TTOCAZZ MMOCC, la comproooo.
esattamente in questo istante mi ha chiamato un'albanese co l'accento francese che mi voleva proporre, per la terza volta in tre giorni, la stessa offerta telefonica, riservata solo a me eh, perché sono un ragazzo speciale e ci tengono a me.
gli operatori mobili mi fanno pariare.
offrendo praticamente tutti lo stesso servizio, ovvero la copertura per i telefonini, tu cliente li differenzi ormai solo in base a quanto paghi al mese - e se sei ancora più scemo, in base al testimonial della pubblicità che ti fa pariare di più.
quando poi, basterebbe un solo operatore - o lo stato stesso - a gestire le infrastrutture e le antenne con piani flat e copertura uniforme, in modo che non dovremmo più zucarci sta ridicola guerra a botta di minuti gratis e giga internet, tra sciacalli co le hogan che la sera escono assieme a compagnelli.
ma poi, nessuno pensa al sistema dei call center.
taluni dicono che oggi la qualità della vita è assai migliorata, rispetto al passato.
io penso solo che l'uomo sarà sempre un essere infelice fin quando esisterà l'ultimo call center.
sti open space nei grattacieli, co decine di giovani co le cuffiette e il microfonino, che devono chiamare a dei poveri cristi a casa che magari si stanno facendo n'ora di sonno, e invece so costretti a subirsi ste chiamate dove gli propongono la nuova offerta che prima pagavi dieci euro al mese e mo invece ti vogliono far pagare quindici euro al mese ma però ti danno in più venti telegrammi gratis a trimestre per quando muoiono i muorti di chivemmuorto.
a st'albanese co la cadenza francese che m'ha chiamato, la dovrei schifare, a lei e al suo paese.
m'ha telefonato nella controra, per propormi la stessa cosa del suo collega di ieri, e di quello dell'altro ieri.
inoltre, rispetto ai suoi predecessori, non capiva manco il cazzo, cioè io le rispondevo na cosa e lei ripeteva a pappagallo l'offerta, come se fosse stata programmata - e forse era stata veramente programmata, cioè io azienda piglio un ufficio di albanesi per spendere di meno, sparagno, buono.
c'è solo un problema, essi parlano na chiavica l'italiano.
e vabbuò, gli faccio imparare la pappardella a memoria, tanto chi vuoi che se ne accorga che uno gli chiede senti ma giusto per ragionare, ma secondo te i telefonini, così come il resto della merce, non dovrebbero essere sempre prodotti nel paese stesso in cui vengono venduti, in modo da non sfruttare la manodopera a basso costo di un altro stato lontano, la disomogeneità dei diritti dei lavoratori, dimezzare notevolmente i trasporti e l'utilizzo di bambini vietnamiti, che ci dispiace sempre che li mettono a cucire i palloni a quei poveri criaturi, e poi vai passaaa, passa a meee, tiraaa, gooool, ho segnatooo, che me ne fotte a me dei criaturi, ho segnatooo, goool.
e tu ci provi a ragionare, ma affinale l'albanese del call center ti risponderà sempre, a qualsiasi domanda, perfetto, la ringrazio signore, buona serata signore, ciao.
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