LU SALENTU, METTI SEMPRE LA U FINALE E VAI BENE.
Così come nterr 'a spagna devi mettere la esse.
volevamo rivivere gli anni andati, quelle vacanze fatte nella pre-adolescenza - cioè quella fase quando ti accorgi che il tuo pene è capace di eiaculare qualcosa di più consistente dell'acquiccia.
e allò ce ne siamo andati quattro giorni in salento.
basta na tenda da decathlon e ti accampi a frassanito, meta obbligata dei possessori di bastardini e pentolini che girano in centro storico.
ma anche della uagliuncella chin 'e sord, in attrito coi genitori che non vogliono accettare che la figlia usi i loro danari per girare sempre co na peroni grande in mano e ripetere di continuo sciè fondamentalmente.
quel campeggio è assai interessante.
boscaglia fitta, cicale-cicale-cicale, e un urlo che riecheggia senza soluzione di continuità.
ETTOREEEEEEEEEEEEEEE.
(la leggenda narra che sto ettore fosse il padre di tutti quelli che dopo millenni tornano ancora a frassanito solo per urlare sto nome come cazzi dalla mattina alla sera.
perchè come tutte le cose simbatiche, alla terza volta già ce rutt ocazz.)
ma comunque.
risveglio muscolare a botta di rustici - un ripieno ustionante di besciamella, pomodoro, mozzarella e fermenti lattici vivi - e ci rechiamo in spiaggia.
le spiagge del salento sono morfologicamente molto varie.
c'è quella davanti al campeggio, dove butta un vento saggerato che è ottimo se fai kitesurf, ma se al massimo giochi a burraco, lanci solo un sacco di kitammuort.
poi c'è la grotta della poesia, tutta rocciosa, che per farti un bagno devi suicidarti in uno strapiombo, e se non muori sei costretto a risalire tramite un percorso avventura dove la sciuliata con relativo ematoma cerebrale è veramente all'ordine del giorno.
e infine siamo stati a torre dell'orso.
come paesino sembra baia domizia prima che diventasse il set di ken il guerriero.
ma possiede un costone di sabbia finissima, un mare così poco profondo che arrivi alla boa camminando come gesucristo.
peccato per la densità abitativa di cinquecentotrenta persone a metro quadrato.
essa è frequentata solo da ragazzi dai venti ai ventidue anni, che hanno passato un anno sano tra palestre, centri massaggi, solarium, estetiste, tatuatori, apericene e yogurterie.
tale fauna sfoggia corpi squartati, abbronzature perfette, tatuaggetti strategici, ciuffi scolpiti nel sughero.
essi si salutano con ampi gesti plastici, tutto trasuda figaggine, ogni posa è da calendario pirelli.
quella per loro non è una giornata di mare qualsiasi ma un'occasione imperdibile per mostrare i frutti di mesi e mesi di alimentazioni proteiche, bianchi d'uovo, bianchi di spaccio, e soprattutto gallette di riso soffiato.
(si, ho visto un tipo sgranocchiare quei dischetti di simil-polistirolo a ora di pranzo.
egli era un bronzo di riace, aveva anche lo sguardo vivo dei bronzi di riace.
alla fine, se vogliamo, quelle gallette so pure utili, se le usi per stuccare i giunti di cartongesso.)
noi invece sfoggiavamo con orgoglio dermatiti e macchie rosse tipo la pimpa.
ci eravamo autoreclusi in un angolino ammacchiato dell'arenile, un piccolo ghetto dove c'erano na decina di spiaggiati su asciugamani con fantasie che riportavano al lungomare di torre negli anni ottanta, quattro finti-tossici, e una comunità di kosovari obesi.
eravamo invisibili fenomeni da baraccone, fuori luogo, fuori tempo.
sicuramente ottimi interlocutori coi quali conversare amabilmente, ma è inutile mettere in mezzo l'anaciclosi di polibio se tutto il resto del mondo sta parlando del ritorno del winner taco.
e quindi alla fine inevitabilmente passi il tempo fissando pacche.
natiche disegnate da giotto, fili interdentali, una teneva il tatuaggio di un funghetto sul coccige - probabilmente all'inizio si voleva tatuare na capocchia ma il tatuatore gli avrà detto nono jà pare brutto.
vabbè.
una sera siamo andati pure a baia verde, che è un viale di gallipoli dove ci stanno tutte le discoteche gestite da buttafuori esperti di moda.
l'approssimarsi del coma etilico ci permetteva di alimentare il solito luogo comune dei napoletani che vanno in vacanza e cercano di chiavare cazzotti in testa ai vocalist che fanno stage-diving sul pubblico.
sì perchè pure gandhi avrebbe menato varrate co la pala se avesse acchiappato sulla sua strada a quel tipo delle iene che fa lo sconvolt quiz, che si stava abbuscando la giornata alluccando nel microfono FORZA RAGAZZI, FACCIAMO UN GRAN CASINO MA MODERATAMENTE.
l'idea che lui e quel dj dimmerda alle sue spalle, che faceva finta di sbariare sul mixer, siano stati pagati, e pure assai, mi fa salire la nervatura come quando scendo dalla macchina e sento il fischietto del parcheggiatore abusivo.
a proposito, in puglia saranno pure arrivati i dj dimmerda e i gamberetti surgelati, ma sembra non siano ancora sbarcati quelle sanguette che ti allisciano con buonasera ingegnè, nonostante tu sia chiaramente un fuoricorso di scienze dei nippoli.
(a proposito di gamberetti surgelati, se vi volete fare una grande magnata di pesce, vi consiglio il rifugio di capitan morgan a san foca.
robba di ricci, calamari, cozze pelose, fasulare, alici marinate e tutto ciò che ti fa consolare, se ti piace il pesce.)
prima di ritornare a napoli ci siamo fermati a andria.
sarà stato il fatto che era na domenica di agosto alle tre, ma sembrava cernobyl.
forse non la consiglierei a nicol minetti come meta per vacanze frizzantine.
comunque, tirando le somme, il salento è sempre il salento.
grande rispetto per il turista - che spende co la tranquillità di non sentirsi rapinato, posti incantevoli, proposte trasversali - dalla taranta all'elettronica.
praticamente essi sono riusciti a far convivere tranquillamente il cuozzo co gli infradito, la casalinga co gli zoccoli, il tedesco coi sandali e la magnata co le bicchenbergs.
nel mondo, nulla è trasversale come il salento.
nemmanco la fessa.
perchè 'a fess piac all'uommne, il salento invece piace a tutti quanti.
(attenzione.
l'immagine di questo link non ritrae nè castagnette nè nacchere.
esso è uno splendido esemplare di scroto liofilizzato di un astronauta che è appena ritornato sulla terra ed ha constatato l'avvilente diffusione del fenomeno della scippata che appena parte un tamburrello, abbìa a sbattere quelle spaccimma di castagnette in aria, evidentemente a capocchia, e si scorda che non sta a melpignano ma nterr san domenico.
ciao.)
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