SUPER VICHI, rivista co gli occhi della maturità.
"Un telefilm che parla di una bambina-robot che non si mangia n'emozione."

super vichi.
all'inizio chiamata super v.i.c.c.ì. (viso in cancrena che indispone), è famosa per la sua espressione alla daria.
(ma no dariabignardi, io dico daria il cartone su emmtivvì.)

tiene una comoda presa usb sotto alla scella, ma il problema è che se la usi come navigatore o come modem non durava manco mezza giornata.
se vuoi mandarla a dormire, si spegne co na botta in testa, emettendo un bip che serve a censurare il suo laconico oh kitammuò.
 


ted il padre.
sosia non ufficiale di pol gascogn, è praticamente il mastu geppett della situazione, dato che egli ha costruito a super vichi co le sue mani, ma solo perchè la moglie gli diceva sempre che non ce la faceva più a fare i servizzi, ma pecchè nun t'aiz a copp a chillu divan, ma c t pienz c tien a serva, ecc.

gioan la madre.
decisamente abbonata, è l'unica che s'è ammoccata che super vichi è na bambina nommale.
e per non deluderla, il marito e il figlio a turno vanno di notte da supervichi e gli svuotano nella mutanda na fialetta di feci teatrali per simulare che s'è cacata sotto, in modo che la mamma non si rende conto manco che super vichi non tiene il buco del culo come gli esseri umani.






gemi il fratello.
nasce come custodia del bambino delle barrette chinder.
ma una volta adolescente, si fa cadere tutti i capelli e fonda un gruppo post-rock.
a scuola lo chiamano sofficino, nickname dovuto al fatto che ogni volta che ride muore un tecnico di ortopantomografie.






arriet la vicina scassacazzo.
invadente come un esame prostatico sulla spiaggia di gallipoli.
da sempre innamorata di gemi, che giustamente la liquida co un secco ma và cac.
fu in seguito scritturata da spilberg come funghetto per la trasposizione cinematografica del videogioco supermario, film però mai finalizzato perchè non riuscirono a trovare tute calibrate da meccanico o da lesbiga per quel nano chiatto di mario.




ciao.