AuanaSgheps
ma-tu-vuliv-a-pizz

MA TU VULIV 'A PIZZ'?
"Abbiamo finito l'impasto, andate in pace."

 

ieri sera so andato in una pizzeria storica del centro di napoli.

avevamo ormai finito di mangiare e, uscendo, ho sentito un cameriere dire a quelli che aspettavano che si liberasse un tavolo, che avevano finito l'impasto, e quindi buonanotte ai suonatori.


erano le 22.55 di domenica.
una pizzeria storica di napoli, capitale mondiale della pizza, finisce l'impasto per le pizze.

è come se vai da attanasio e dice
no compà, niente sfogliatelle.
al massimo qualche babbà.


oppure vai in un negozio della eppol, e ti dicono
no fratè, abbiamo finito gli aifon.
però teniamo un accatel che va la bomba.


non ci posso penzare.

una pizzeria storica manda la gente a casa perchè ha finito l'impasto.
con trenta centesimi di impasto si fanno sessantadue milioni di pizze.
per due spicci hanno buttato nel cesso altri quattro-cinquecento euro di incasso.

poi dicono che a napoli non si fatica.
ma è nommale.

per trenta fetenti centesimi di impasto in più avrebbero pagato lo stipendio a altri quattro pizzaioli, dieci camerieri, e cinquanta vecchie scorbutiche alla cassa.

e invece no.
magari è venuto il panettiere la mattina presto col camion a consegnare l'impasto, e il direttore generale della pizzeria avrà detto
no guarda, oggi dammi solo un euro di impasto che ce la dovremmo fare per arrivare a mezzanotte giusti giusti.
magari gli dico ai ragazzi di fare i cornicioni più piccoli.


e il panettiere avrà detto
abbuò, ma pigliatell na venti-trenta centesimi in più.
è domenica, non si può mai sapere.


e il direttore avrà risposto
sient, e se poi mi avanza,  butto venti centesimi.
a natale co venti centesimi mi prendo tre cartelle alla tumbulella.
e chi la sente a mia suocera se il natale che viene non tengo i venti centesimi per prendermi quelle tre cartelle.
non mi dire niente, ma m fai appiccicà cu muglier'm.

ciao.


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