73: 'O SPITALE.
"Sai come entri, ma non sai come esci."

prima so andato a trovare un mio amico ricoverato nel più grande ospedale del mezzogiorno (ma già a mezzogiorno e un minuto stev chin 'e munnezz).

era in una camera co quattro letti, tutti uguali.
li distinguevi solo dal santino appeso dietro.
san gennaro, la madonnina, cavani, e un adesivo per non far bussare ai testimoni di genova.

bell e buono entra uno co un camice aperto che lasciava intravedere na camicia a fiori aperta fino all'ombelico.

si avvicina al mio amico col braccio fasciato, e inizia un monologo.
come stai.
tuttappost, tuttappost.
niente, ti volevo dire na cosa.
io so il caposala qua.
detto tra di noi, mò non è che lo dico a tutti quanti, so cose delicate.
però tengo a un mio cuggino, un parente molto stretto.
che non è perchè è un parente, però è veramente uno competente.
però, no niente, puoi fare una causa per l'incidente.
falla, non ti preoccupare, non ti fa pagare popio niente di spese mediche, nè di spese legali.
si vede tutto lui.
no, mò magari voi conoscete a qualcun altro che fa queste cose, ma mio cuggino è uno dei migliori competenti, non ti chiede niente.
tiè, pigliati il mio bigliettino da visita, caso mai mi chiami co calma.
mettilo nel portafogli, se no lo perdi.
non sai quanti ne trovo a terra.

io lo fermo e gli dico
guardi che il mio amico è scivolato da solo.
ma al di là di questo, per quanto riguarda il braccio, si deve mettere il gesso o lo operate.

allò lo smaliziato uomo in camice gli preme un pò a cazzo il polso, nonostante una frattura scomposta, e dice
ah no abbuò, va bene così, basta che ogni tanto alzi il braccio e chiudi le dita.
non ti scordare, chiamami eh, mi raccomando.

ed uscì di scena galoppando verso nuove incredibili trastole, proponendo ad altri degenti del reparto set di calzettoni lunghi, accendini del napoli, e numeri del bancolotto pescati da un pappagallino.

la morale ospedaliera è questa.

cardarell, cardarell,
kist ann' aizà sule 'a cardarell.

ciao.