co questo tempo, non c'è niente di più bello che accendere il camino coi cartoni delle pizze e leggere un bel libbro.
allò ne ho preso uno non tanto conosciuto, ma secondo me molto bello.
i promessi sposi.
l'incipit è splendido.
quel ramo del lago di como.
(tu non lo sai, ma il lago di como tiene i rami.
è tipo un albero, dove manzoni s'era messo sotto e gli cadde una mela in testa e penzò se non mi sbaglio la gravità già l'ha inventata niutòn, io al massimo posso scrivere un libbro.
e allò scrisse i promessi sposi.)
se non lo conoscete, sto libbro parla di due nnamoratielli dell'arenella, matteo renzi e lucia annunziata.
pò oltre a loro due ci sta tutta na serie di personaggi assurdi, sembra centovetrine.
la monaca di monza che è la classica cap 'e pezza coi baffi e ca cazzimma.
i bravi che invece so cattivi.
don abbondio, il prete recchione che si porta i criaturi nella sagrestia e gli fa dire dieci pregherò.
e l'azzeccagarbugli, un avvocato tipo moggi che faceva solo trastole co le assicurazioni.
ah, e pò c'è uno che si fa chiamare l'innominato, che la gente gli diceva si abbuò, ma come ti chiami veramente.
e lui rispondeva nessuno.
e la gente allò gli diceva strunz, stai nei prossimi sposi. il fatto di polifemo sta in un'altra storia.
ma comunque.
tutte le tarantelle in quel libbro succedono perchè renzi e lucia si volevano sposare.
solo che non potevano perchè a quei tempi nun faticav nisciun e nu bellu mensil ca tenev'n astipat nun 'o tenevan cchiouù.
e allò stavano un poco a peste.
la morale del libbro è questa.
stretta la foglia, larga la via.
vale la pena lo sposalizzio
solo pa busta ra zia.
ciao.
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